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PERIODICO INFORMATIVO - 07 APRILE 2020

News 

 


Vi ricordiamo che sono disponibili gratuitamente le copie del testo integrato del nuovo Codice dei Lavori Pubblici alla luce delle presenti modifiche introdotte.

Le copie possono essere prenotate via mail scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o chiamando il n. 334.9767911

 

ECONOMIA

APPROVATO IL DECRETO “LIQUIDITA’” PER LE IMPRESE: GARANZIE SUI PRESTITI E RINVIO DEI PAGAMENTI

Approvato nella serata di lunedì 6 aprile il decreto contenente misure a sostegno delle imprese, anticipazione del più articolato provvedimento che nel mese di aprile provvederà a rifinanziare gli ammortizzatori sociali.  Il decreto approvato consente di accedere a liquidità immediata per 400 miliardi di euro, 200 miliardi per il mercato interno e altri 200 miliardi per potenziare il mercato dell’export. Le misure adottate prevedono garanzie da parte dello Stato per un totale circa di 200 miliardi di euro concesse attraverso la società SACE Simest, del gruppo Cassa Depositi e Prestiti, in favore di banche che effettuino finanziamenti alle imprese sotto qualsiasi forma.

In particolare, la garanzia coprirà tra il 70% e il 90% dell’importo finanziato, a seconda delle dimensioni dell’impresa, ed è subordinata a una serie di condizioni tra le quali l’impossibilità di distribuzione dei dividendi da parte dell’impresa beneficiaria per i successivi dodici mesi e la necessaria destinazione del finanziamento per sostenere spese ad attività produttive localizzate in Italia. Nello specifico, queste le misure annunciate dal Governo:

  • le imprese con meno di 5.000 dipendenti in Italia e un fatturato inferiore a 1,5 miliardi di euro ottengono una copertura pari al 90% dell’importo del finanziamento richiesto e per queste è prevista una procedura semplificata per l’accesso alla garanzia;
  • la copertura scende all’80% per imprese con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato fra 1,5 e 5 miliardi di euro e al 70% per le imprese con fatturato sopra i 5 miliardi;
  • l’importo della garanzia non potrà superare il 25% del fatturato registrato nel 2019 o il doppio del costo del personale sostenuto dall’azienda;
  • per le piccole e medie imprese, anche individuali o partite Iva, sono riservati 30 miliardi e l’accesso alla garanzia rilasciata da SACE sarà gratuito ma subordinato alla condizione che le stesse abbiano esaurito la loro capacità di utilizzo del credito rilasciato dal Fondo Centrale di Garanzia.

Il decreto potenzia ulteriormente il Fondo di Garanzia per le p.m.i., aumentandone sia la dotazione finanziaria sia la capacità di generare liquidità anche per le aziende fino a 499 dipendenti e i professionisti.

Il Fondo – già ampliato dal decreto “Cura Italia” (decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18) con 1,5 miliardi di euro – completa così la sua trasformazione in strumento a supporto della piccola e media impresa, a tutela di imprenditori, artigiani, autonomi e professionisti, nonché a salvaguardia dell’export e di tutti quei settori che costituiscono con le eccellenze del Made in Italy la spina dorsale del nostro sistema produttivo.

È inoltre previsto un forte snellimento delle procedure burocratiche per accedere alle garanzie concesse dal Fondo.

Il decreto potenzia anche il sostegno pubblico all’esportazione, per migliorare l’incisività e tempestività dell’intervento statale. L’intervento introduce un sistema di coassicurazione in base al quale gli impegni derivanti dall’attività assicurativa di SACE sono assunti dallo Stato per il 90% e dalla stessa società per il restante 10%, liberando in questo modo fino a ulteriori 200 miliardi di risorse da destinare al potenziamento dell’export.

Il decreto contiene, inoltre, norme urgenti per il rinvio di adempimenti fiscali e tributari da parte di lavoratori e imprese. In particolare, si prevede la sospensione dei versamenti di Iva, ritenute e contributi per i mesi di aprile e maggio, in aggiunta a quelle già previste con il “Cura Italia”.
Nel dettaglio:

  • IVA, ritenute e contributi sospesi per soggetti con calo di fatturato di almeno il 33% per ricavi/compensi sotto i 50 milioni e di almeno il 50% sopra tale soglia;
  • sono sospesi in ogni caso i detti versamenti per i soggetti che hanno iniziato ad operare dal 1° aprile 2019;
  • per i residenti delle 5 province più colpite (Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Piacenza), sospensione versamento IVA se calo del fatturato di almeno il 33% a prescindere dalla soglia di fatturato dei 50 milioni;
  • ripresa dei versamenti a giugno, con la possibilità di rateizzazione in 5 rate.

 La sospensione delle ritenute d’acconto sui redditi da lavoro autonomo prevista dal decreto “Cura Italia” viene estesa anche alle scadenze di aprile e maggio. È esteso al 16 aprile il termine per i versamenti in scadenza il 20 marzo scorso e la scadenza per l’invio della Certificazione Unica è stata prorogata dal 31 marzo al 30 aprile. Inoltre, il credito d’imposta al 50% per le spese di sanificazione degli ambienti di lavoro viene applicato anche all’acquisto dei dispositivi di protezione individuale, mascherine e occhiali. 

Il decreto prevede anche una serie di misure finalizzate ad assicurare la continuità delle imprese nella fase dell’emergenza, con un intervento previsto: 

  • in sede di redazione del bilancio in corso, valutando i criteri di prudenza e di continuità alla luce della situazione emergente dall’ultimo bilancio chiuso;
  • disattivando le cause di scioglimento societario per riduzione o perdita del capitale sociale.

Accanto a queste due misure a protezione diretta della società se ne affianca una terza che è volta a favorire il coinvolgimento dei soci nell’accrescimento dei flussi di finanziamento verso la società, disattivando in questa fase i meccanismi che in via ordinaria li pongono in secondo piano rispetto ai creditori.

Vi sono infine misure che riguardano la disciplina del fallimento e che, nell’insieme, sono volte in questa fase a:

  • sottrarre le imprese all’apertura del fallimento e alle altre procedure fondate sullo stato di insolvenza, sino a quando durerà l’emergenza;
  • sterilizzare il periodo dell’emergenza ai fini del calcolo delle azioni a tutela dei creditori (quindi quando il periodo emergenziale sarà passato, i creditori potranno se del caso proporre le azioni revocatorie).

 LAVORI PUBBLICI

LE INDICAZIONI DELL’EUROPA SULLA GESTIONE EMERGENZIALE DELLE REGOLE: APPLICARE LE PROCEDURE PREVISTE CON RIDUZIONE DEI TEMPI

Una comunicazione della Commissione Europea del 1° Aprile fornisce indicazioni agli Stati sulle modalità di gestione delle norme in questa fase emergenziale, partendo dal presupposto che “la crisi sanitaria causata dalla Covid-19 richiede soluzioni rapide e intelligenti, come pure agilità nella gestione dell’enorme aumento della domanda di beni e servizi simili”. Si tratta di un’iniziativa che potrebbe orientare le scelte del nostro Governo, spesso sollecitato a rivedere l’applicazione del Codice Appalti per semplificare ed accelerare le procedure di affidamento nell’attuale situazione di crisi.

La nota della Commissione lascia intendere che le direttive europee in materia di appalti già contengono gli strumenti per gestire fasi emergenziali; in questo senso, si auspica l’adozione di procedure regolari, seppur con una riduzione considerevole dei tempi. In particolare, viene indicato agli Stati membri che:

  • in caso di urgenza possono avvalersi della possibilità di ridurre considerevolmente i termini per accelerare le procedure aperte o ristrette.
  • Se tali margini di manovra non fossero sufficienti, possono ricorrere a una procedura negoziata senza previa pubblicazione. Infine potrebbe anche essere consentita l’aggiudicazione diretta a un operatore economico preselezionato, purché quest’ultimo sia l’unico in grado di consegnare le forniture necessarie nel rispetto dei vincoli tecnici e temporali imposti dall’estrema urgenza.

La Commissione precisa che “per quanto riguarda le procedure aperte soggette alla direttiva, si applica un termine di 35 giorni per la presentazione delle offerte. Per quanto riguarda invece le procedure ristrette, la direttiva prevede un termine di 30 giorni per la presentazione delle domande di partecipazione, seguito da un ulteriore termine di 30 giorni per la presentazione delle offerte. Quest’ultimo termine può, se tale opzione è prevista dalla legislazione nazionale, essere fissato di concerto tra le amministrazioni aggiudicatrici sub-centrali, quali le autorità regionali o locali, e i partecipanti; in assenza di un accordo può essere applicato un termine minimo di 10 giorni. Sia per le procedure aperte che per quelle ristrette tali termini possono inoltre essere ridotti nei seguenti casi: 1) nel caso di un avviso di preinformazione non usato come mezzo di indizione di una gara, ma contenente tutte le informazioni richieste per il bando di gara e inviato alla pubblicazione non meno di 35 giorni e non oltre 12 mesi prima della data di trasmissione del bando di gara; o 2) in casi di urgenza debitamente dimostrati dall’amministrazione aggiudicatrice che non consentono di rispettare i termini minimi applicabili”.

Ma, chiarisce la Commissione Europea, “se sussiste l’urgenza, la direttiva prevede una riduzione sostanziale dei termini generali: nel quadro della procedura aperta il termine per la presentazione delle offerte può essere ridotto a 15 giorni in casi di urgenza debitamente motivata; nel quadro della procedura ristretta, il termine per la presentazione di una domanda di partecipazione può essere ridotto a 15 giorni e quello per la presentazione di un’offerta a 10 giorni. Ciò consente una rapida aggiudicazione dell’appalto”.

Relativamente alla tendenza di ricorrere a procedure eccezionali (procedura negoziata senza bando), la Commissione indica le ipotesi che possono giustificare il ricorso a tale ipotesi:

  • evento imprevedibile per l’amministrazione aggiudicatrice e estrema urgenza (ipotesi che sembrano ricorrere per gli appalti relativi all’acquisizione di dispositivi di protezione e beni per la terapia intensiva);
  • l’urgenza deve rendere impossibile il rispetto dei termini ordinari (valutazione deve essere fatta caso per caso);
  • la procedura eccezionale deve essere utilizzata solo “nella misura strettamente necessaria”.

VICE MINISTRO CANCELLERI: IN ITALIA GARE ORDINARIE E TEMPI ABBREVIATI

Sembrano in linea con le indicazioni della Commissione Europea gli orientamenti del Governo italiano per il rilancio degli appalti. Il Viceministro delle Infrastrutture, Cancelleri ha infatti anticipato l’intenzione di non derogare al Codice Appalti, ma di utilizzare gare ordinarie con tempi più rapidi.

L’intenzione del Governo è di semplificare e velocizzare le opere già finanziate ed inserite nei contratti di programma di Anas e di RFI, per un valore complessivo di 109 miliardi di euro, mentre per le opere non immediatamente cantierabili e non urgenti, si procederà con gare ordinarie ma con tempistiche estremamente ridotte: 15 giorni per presentare una domanda di partecipazione e 10 per presentare l’offerta.

Il Viceministro ha aggiunto che “per le altre opere, quelle immediatamente cantierabili in quanto già dotate di un progetto definitivo, si potrà agire tramite procedure negoziate, ma sarà comunque sempre garantita una rotazione tra aziende, per impedire che alcune facciano incetta di lavori. E comunque i commissari dovranno consultare almeno 5 operatori economici prima di decidere”.

Non sono i tempi a garantire la legalità di un appalto, dobbiamo puntare al potenziamento del sistema di controllo. Invece di attendere i soliti 30 giorni per il silenzio-assenso delle prefetture, ne basteranno 10. E questa volta a controllare sarà il prefetto della zona dove viene realizzata l’opera, e non quella dove ha sede dell’azienda”.

 “Non deroghiamo né al codice antimafia né alle direttive europee, e sui lavori ci saranno controlli periodici. In seguito potremo tornare alle normali procedure, magari dopo aver riflettuto su come semplificare il codice degli appalti. Ma ora serve un volano per l’economia”.

Nel prossimo decreto di aprile sarà inserito il provvedimento per accelerare i lavori, “contiamo di far partire i primi cantieri in due mesi” – ha concluso il Viceministro.

ANAC: SOSPENDERE LA TASSA SULLE GARE

Con una delibera approvata lo scorso 1° Aprile, l’Anac ha avanzato la proposta di sospendere il pagamento della tassa sulle gare fino al prossimo 31 dicembre.

Per rendere operativa la proposta occorre un intervento legislativo che potrebbe essere definito anche nell’iter di conversione del decreto “cura Italia”.  L’onere economico sulle gare è a carico di imprese e stazioni appaltanti a partire dagli importi a base di gara di 150.000 euro (per le imprese da un minimo di 20 ad un massimo di 500 euro).

APPROVATO DAL MIT IL DECRETO CHE ASSEGNA 7 MILIONI AI PICCOLI COMUNI

E’ stato approvato il Decreto Direttoriale del Ministero Infrastrutture n.5460 del 2 aprile contenente l’elenco dei 39 comuni ammessi ai finanziamenti previsti dal Programma di Interventi infrastrutturali per Piccoli Comuni per un importo complessivo pari a 7.366.220 euro.

Sono oggetto del finanziamento i lavori di immediata cantierabilità per la manutenzione straordinaria di strade, per l’illuminazione pubblica, per le strutture pubbliche comunali e per l’abbattimento delle barriere architettoniche degli edifici pubblici, nei comuni con una popolazione fino a 3.500 abitanti.

Nell’elenco sono ricompresi due comuni del Lazio, Ventotene (Lt)  e Casalattico (Fr).

LAVORI POST SISMA: SUBITO IL PAGAMENTO DEI SAL PARZIALI

Con un’ordinanza firmata il 2 aprile u.s., il Commissario per la ricostruzione delle aree del Centro Italia colpite dal sisma del 2016, On. Avv. Giovanni Legnini, ha fornito disposizioni straordinarie per il pagamento dei SAL relativi agli interventi di ricostruzione privata in corso, delle spese tecniche nonché delle spese sostenute per gli interventi sui beni mobili strumentali. L’ordinanza prevede che i lavori eseguiti abbiano raggiunto un valore minimo di 5.000 euro e che l’importo del SAL sia “determinato in misura corrispondente alle lavorazioni eseguite. In nessun caso l’importo del SAL può determinare il superamento del 95% di erogazione del contributo”. La richiesta di erogazione dovrà contenere specifica attestazione della percentuale dello stato di avanzamento dei lavori e dovrà essere presentata dal Direttore dei Lavori all’Ufficio Speciale per la ricostruzione, utilizzando la piattaforma informatica in uso presso la struttura del Commissario straordinario.

L’Ufficio speciale per la ricostruzione predisporrà la determinazione con la quale autorizzerà al pagamento l’Istituto di credito prescelto dal beneficiario, rispettando l’ordine cronologico delle richieste.

PUBBLICATO D.M. SUI CRITERI AMBIENTALI PER LA GESTIONE DEL VERDE

Sulla Gazzetta ufficiale n. 90 del 4 aprile 2020 è stato pubblicato il Decreto del Ministero dell’Ambiente recante "Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde".

Con il provvedimento vengono definiti i criteri ambientali minimi per il servizio di progettazione di nuova area verde o riqualificazione di aree già esistenti e per il servizio di gestione e manutenzione del verde pubblico.

 LAVORO

CONVENZIONE ABI-PARTI SOCIALI PER LA RICHIESTA DI CASSA INTEGRAZIONE

La convenzione sottoscritta il 31 marzo scorso tra Abi e Parti sociali consente di attivare un ulteriore strumento per l’erogazione della cassa integrazione. Le imprese del settore edile che applicano il contratto dell’edilizia possono anticipare le somme ai lavoratori utilizzando il rinvio a maggio dei versamenti alle casse edili ed edilcasse; qualora tuttavia le aziende non siano disponibili, potranno utilizzare la convenzione Abi nella quale si prevede di erogare l’anticipazione “tramite l’apertura di credito in un conto corrente apposito, se richiesto dalla Banca, per un importo forfettario complessivo pari a 1.400 euro, parametrati a 9 settimane di sospensione a zero ore (ridotto proporzionalmente in caso di durata inferiore), da riproporzionare in caso di rapporto a tempo parziale.”

L’apertura di credito cesserà con il versamento da parte dell’INPS del trattamento di integrazione salariale e, comunque, non potrà avere durata superiore a sette mesi.

Al fine di fruire dell’anticipazione, i lavoratori interessati dovranno presentare la domanda ad una delle Banche aderenti alla convenzione, corredata dalla relativa documentazione secondo quanto riportato in allegato alla convenzione stessa, nonché secondo le procedure in uso presso la Banca interessata. Le Banche adotteranno condizioni di massimo favore al fine di evitare costi, in coerenza alla finalità ed alla valenza sociale dell’iniziativa. In caso di mancato accoglimento della richiesta di integrazione salariale da parte dell’Inps, “la Banca potrà richiedere l’importo dell’intero debito relativo all’anticipazione al/la lavoratore/trice che provvederà ad estinguerlo entro trenta giorni dalla richiesta.”

REGIONE LAZIO

LE MISURE A SOSTEGNO DELLE IMPRESE

Misure economiche a sostegno di cittadini ed imprese sono state varate dalla Regione Lazio. Per quanto riguarda, in particolare, il settore delle costruzioni, sono stati destinati 10 milioni a imprese e lavoratori impegnati nei 195 cantieri della ricostruzione post sisma e garantita la massima velocizzazione per i pagamenti dei lavori, con l’obiettivo di erogare pagamenti a 7 giorni a imprese ed enti locali.

Sono stati inoltre sospesi fino a 12 mesi i mutui per le aziende relativi a prestiti ottenuti grazie a bandi regionali e per 60 giorni i termini fissati per i beneficiari dei bandi gestiti dalle Regione.

E’ stato altresì attivato un fondo per la cassa integrazione in deroga, con una prima tranche di 144,5 milioni di euro per un totale di 380 milioni di euro. La Regione ha aderito all’accordo nazionale con Abi che prevede l’anticipazione dei soldi ai lavoratori. Al 4 aprile scorso erano pervenute alla Regione oltre 30.000 domande, per oltre 72.000 lavoratori, il 93% relative ad aziende con meno di cinque dipendenti.

GIURISPRUDENZA

SOCCORSO ISTRUTTORIO AMMISSIBILE ANCHE PER REGOLARIZZARE OFFERTE TECNICHE E PRESUNTE ANOMALIE OFFERTA

Una sentenza del Consiglio di Stato (Sez. V, 27 marzo 2020, n.2146) prevede che il soccorso istruttorio possa essere utilizzato anche per regolarizzare carenze della documentazione tecnica dovute a errori materiali o non chiara formulazione degli atti di gara.

I Giudici hanno fondato la loro valutazione su una pronuncia della Corte di Giustizia Europea del 2017 nella quale è stato precisato che “non è in contrasto con il principio della par condicio tra i concorrenti la richiesta di correzione o completamento dell’offerta su singoli punti, qualora l’offerta necessiti in modo evidente di un chiarimento o qualora si tratti di correggere errori materiali manifesti, fatto salvo il rispetto di alcuni requisiti; una richiesta di chiarimenti non può ovviare alla mancanza di un documento o di un’informazione la cui comunicazione era richiesta dai documenti dell’appalto, se non nel caso in cui essi siano indispensabili per chiarimento dell’offerta o rettifica di un errore manifesto dell’offerta e sempre che non comportino modifiche tali da costituire, in realtà, una nuova offerta”.

La pronuncia del Consiglio di Stato è intervenuta anche sul procedimento di verifica delle offerte anomale ed, in particolare, sulla presunta illegittimità del comportamento della stazione appaltante che aveva consentito di integrare la documentazione giustificativa della presunta anomalia dell’offerta, con conseguente slittamento dei termini.

Il Consiglio di Stato ha ritenuto legittima la facoltà di integrazione documentale, ritenendo ammissibile che la stazione appaltante consideri valida ma ancora non idonea la documentazione presentata e possa, pertanto, procedere a richiedere ulteriori chiarimenti su specifici profili dell'offerta.

 

SPORTELLO QUALIFICAZIONE DI ANIEM LAZIO

ACCORDO DI COLLABORAZIONE CON ARGENTA SOA

Come già anticipato in precedenti comunicazioni, Aniem Lazio ha attivato uno “sportello qualificazione” che consente di acquisire una valutazione gratuita del proprio livello di qualificazione, in considerazione anche della recente modifica legislativa che ha ampliato a 15 anni il periodo documentabile per la dimostrazione dei requisiti tecnico-economici. Il servizio, naturalmente, è rivolto anche alle aziende prive di attestazione SOA che potranno valutare il possesso dei requisiti ai fini di un’eventuale attestazione per operare nel settore dei lavori pubblici.

Al fine di potenziare e qualificare ulteriormente l’assistenza alle imprese, è stato altresì definito un accordo di collaborazione con ARGENTA SOA s.p.a., Organismo di attestazione che opera da circa 13 anni nel sistema di attestazione delle imprese, con sede operativa a Roma.

Le imprese interessate ad approfondire tale tematica potranno contattare i nostri uffici via e-mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  oppure chiamando il n. 334.9767911

 

 

 

 

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Dal SOLE24

La digitalizzazione dell’industria non è una trasformazione per pochi eletti. Anche le piccole e medie imprese, con tutte le difficoltà del caso, si sono messe in marcia e ora un’indagine svolta per il ministero dello Sviluppo economico dalla società Met, in vista della prossima Relazione annuale del garante Pmi, parla di una prima inversione di tendenza: quasi una su tre utilizza tecnologie 4.0 o ha in programma di farlo.  Fonte

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